Ormai è indubbio quanto è importante il web marketing per portare clienti alle aziende.

Se pensiamo a quanto si spendeva in volantinaggio anni fa (ehi, e molti lo fanno ancora!) per pubblicizzare le proprie promozioni, una nuova apertura, un prodotto appena arrivato. Il tutto senza metriche di ritorno, se non “a occhio”, a spanne.

Quindi molto spesso si fa l’errore di considerare l’investimento nell’online un costo freddo, e non appunto un investimento.

Il fatto che mi capita osservando le persone, è che tutti sono immersi nel proprio telefono, guardando video, sfogliando i social e il web in una continua navigazione senza soluzione di continuità.

Eppure sembra che in Italia siamo ancora all’età della pietra.

In questo articolo voglio raccontarti un po’ della mia esperienza, per vedere se Google ADS (Google Adwords) può essere utile come strumento integrato nella tua strategia di web marketing per la tua attività locale (oppure no!)

Per chi non lo conosce, Google Ads è lo strumento pubblicitario che permette di essere visibili (a pagamento) su Google per determinate parole chiave (o anche per gruppi di interessi, o cataloghi prodotti, ma non ne parleremo in questa sede).

 

 

 

 

 

 

Quando si pianifica di usare Google ADS quello che si rischia principalmente è di sbagliare il budget campagna. Se hai un’idea di quanto spendere mensilmente, utilizza il primo mese di settaggi per valutare bene la risposta del tuo pubblico e quanto ti costa avere il singolo LEAD (visita, conversione), perché la risposta potrebbe essere anche che Google ADS non fa per te. Ho avuto esperienza di campagne con molto budget al  mese di budget che non coprono una giornata di campagna. Questo significa avere la percezione di spendere tanto, quando magari raddoppiando il budget giornaliero, o aumentandolo di un 10/15/30% si arriva a conversione. L’obiettivo per la buona rotazione è di avere una copertura adeguata a farci trovare dai nostri potenziali clienti negli orari in cui cercano di più. Un sito fatto bene, con landing rispondenti al pubblico che ricerca converte in media per un discreto risultato circa il 2% delle visite che ottiene.  Questo significa avere una copertura che mi permetta di fare quelle 100 visite adeguate per ottenere le mie 2 conversioni. E il valore della conversione deve ripagare gli investimenti rendendomi un utile adeguato.

Spesso conviene infatti targetizzare le pubblicazioni degli annunci in orari specifici, a fasce orarie e in giorni ben selezionati, evitando di “sprecare” nella fase di “fuori orario” facendo campagne approssimative che girano per 24 ore al giorno. Meglio 8 ore che convertono che 24.

In genere bisogna sempre valutare, soprattutto nella fase iniziale della partenza della campagna, che il budget viene “sprecato” per darci dei dati, che ci fanno riflettere e sui cui risultati possiamo ottimizzare le nostre scelte per fare meglio nei periodi successivi.

 

 

 

 

 

Un’altra fase delicata è la scelta delle parole chiave. Può sembrare la fase più facile perchè Google mette a disposizione strumenti dettagliati per darci suggerimenti su quali parole inserire. E questa sensazione di facilita può creare dei danni inimmaginabili. A livello di uso e abitudine, per capire prima possibile la piega che prenderà la campagna, tendo sempre ad usare le parole chiave con la corrispondenza esatta (quelle racchiuse fra parentesi quadre [ ] ) che fanno vedere gli annunci quando l’utente digita ESATTAMENTE quelle parole tra parentesi, e non altre. Aggiungo inoltre le stesse varianti con la corrispondenza a frase (parole chiavi tra virgolette ” “) che attivano gli annunci solo quando qualcuno cerca la parola chiave come frase esatta o come una variante simile di tale frase esatta, con parole aggiuntive poste all’inizio o alla fine.

Questi due gruppi permettono un minore spreco di budget e una ricerca più determinata se si conoscono bene le chiavi per noi “importanti”.

Dopo un periodo di studio che in genere mi dura 20/30 giorni con un budget di test, tendo a usare una caratteristica analisi delle parole chiave scelte: la funzione Termini di Ricerca, che ci permette di sapere quali termini sono stati ricercati dagli utenti ed hanno attivato gli annunci. Ma io lo so quali parole chiave ho scelto direte voi. Eh si certo. Però il nostro amico Ads attiva gli annunci anche per termini simili. Ed inoltre, quando le parole chiave scelte sono nell’ordine di diverse centinaia, può capitare che le combinazioni ci portino a non filtrare bene, impattando ricerche che non sono utili per i nostri servizi.

Dopo questo controllo possiamo inserire le parole chiave non utili nella lista di PAROLE ESCLUSE (una volta si chiamavano A CORRISPONDENZA INVERSA). E questo passaggio permette di avere una lista chiavi più pulita.

Da quel momento ci occupiamo quindi di distribuire meglio il budget, sui dispositivi con più ricerche (in genere mobile) e scegliere quando e se apparire in testata di prima pagina.

 

 

 

 

 

Senza approfondire ulteriormente altri segmenti del variegato mondo di Google ADS, vorrei sottolineare l’importanza della caratteristica Termini di Ricerca in fatto di Parole Chiave. Questa caratteristica ci permette anche di avere dati precisi nello studiare una strategia di posizionamento, quindi utile anche in chiave SEO, perché in questo caso la Campagna Google Ads può funzionare da test, in quanto  Termini di Ricerca ci racconta esattamente cosa l’utente cerca in fatto di sinomini e termini esatti, fornendoci quindi un preciso feedback su quali termini sono i più ricercati in generale in merito ai nostri servizi. Dico questo perché utilizzo molto questo strumento di Google ADS anche nella fase di studio e pianificazione di SEO per progetti ai quali collaboro. Non Sottovalutatela.